Casa Editoria

Il lavoro sul testo non è facile. Più rognoso di quanto mi aspettassi, in verità, ma mi rilassa lo stesso. Districarsi tra norme redazionali di questa o di quella casa editrice vuol dire imparare nuove forme di espressione, nuove interpretazioni del dialogo. Per chi progetta case o lavora la terra possono sembrare futilità, ma chi ha concepito sempre e solo la matematica della sintassi italiana può capire come sia facile rifugiarsi, crogiolarsi nella correzione dell’errore, nella dicitura giusta, nella scrittura corretta. È una forma di equilibrio che piace a chi vive a soqquadro.

Leggere e rileggere un testo per valutarlo, editarlo o correggerlo è un modo per capirlo meglio. A una lettura superficiale il testo non dice nulla, magari ti annoia. Poi lo rileggi ‒ perché devi valutarne i personaggi, perché devi capire lo stile dell’autore o perché devi controllare che ogni virgoletta, ogni segno grafico sia al suo posto ‒ e scopri che ti piace, cominci a entrare in confidenza con il tono delle frasi, con le scelte stilistiche, col messaggio, se c’è; oppure lo odi con cognizione di causa.

Io sento di essere tornata a casa.

Foto in evidenza di Bruno Martins, foto nel corpo del testo di Alina Kovalchuk